Cyberbullismo: preveniamolo insieme

Cyberbullismo

In merito alla tematica del cyberbullismo, come era ragionevole aspettarsi, il MIUR negli ultimi mesi ha preso in mano la situazione ed ha messo in opera alcuni notevoli provvedimenti, quale ad esempio l’emanazione del bando “Piano di azioni e iniziative per la prevenzione dei fenomeni di cyberbullismo”, con scadenza il 27 Novembre 2015. Leggendo con attenzione il bando, abbiamo piacevolmente scoperto che in relazione alle modalità di prevenzione ogni istituto scolastico si affida alla “ampia libertà metodologica ed espressiva dei docenti e degli studenti“, come si evince al punto 1 della sezione “Obiettivi Specifici”, (che corrisponde all’art. 3 del bando ministeriale). Anche se comunque il bando è ormai scaduto da quasi due mesi, ci teniamo a raccontarvi quello che abbiamo proposto ad alcuni docenti con i quali abbiamo avuto la possibilità di interloquire proprio per lo sviluppo del piano di cui al bando in questione.

In tal senso la volontà di sensibilizzazione e di formazione del giovane verso un uso consapevole del mezzo informatico avrebbe potuto ben abbracciare la nostra proposta di prevenzione ed educazione attraverso la messa in atto del programma CoderDojo presso gli istituti scolastici partner, programma che avrebbe avuto la finalità di indirizzare anche i più piccoli verso un impiego positivamente costruttivo delle nuove tecnologie. Consapevoli che l’esclusiva applicazione di un tale programma non sarebbe stata totalmente in grado di arginare il problema, abbiamo inoltre proposto di affiancare l’iniziativa CoderDojo in parallelo alla serie di seminari informativi su bullismo e cyberbullismo che sono già tenuti dalle istituzioni presso le scuole secondarie inferiori e superiori.

Ma procediamo con ordine. Come abbiamo più volte ricordato in alcuni dei post precedenti, il programma CoderDojo si riferisce ad un movimento aperto a tutti, basato unicamente sulla condivisione di un obiettivo: insegnare a bambini e ragazzi che esiste un potenziale utilizzo delle nuove tecnologie si estende ben oltre un utilizzo passivo dei mezzi informatici, trasformandoli in utilizzatori attivi in grado di adattare strumenti e tecnologie ai propri bisogni. Sebbene l’obiettivo specifico di un CoderDojo sia l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli, è facile comprendere come sia facilmente possibile disporre di questa tipologia didattica per svariati fini, in questo caso per la preparazione di un piano per la prevenzione di quei fenomeni riconducibili infine al cyberbullismo. Attraverso le attività di formazione proprie di un CoderDojo, attività che ruotano intorno al gioco, allo scambio reciproco ed al peer learning, il piccolo utente della rete potrà avere a disposizione un notevole bagaglio informativo, nonché sarà già in possesso della facoltà di riconoscere il momento in cui il mezzo informatico sia stato usato in maniera del tutto impropria.

Non a caso la peer education (letteralmente “educazione tra pari”) identifica una strategia educativa volta ad avviare un processo spontaneo di circolazione della conoscenza, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status; un intervento che mette in moto un processo di comunicazione complessivo. Questa pratica riesce a superare la consueta prassi educativa e diviene una vera e propria occasione per il singolo soggetto, il gruppo dei pari o la classe scolastica, per discutere liberamente e sviluppare momenti transferali intensi.
A tale riguardo l’istituzione di un CoderDojo, che rientra pienamente in un programma educativo di tipo peer 2 peer volto all’uso consapevole dei mezzi informatici, presso una scuola primaria avrebbe potuto essere considerata come un significativo espediente volto a prevenire il successivo insorgere di fenomeni di bullismo e cyber-bullismo, che di norma vedono protagonisti ragazzi in età adolescenziale (tra gli 11 e 17 anni).

Inoltre, al fine di coinvolgere maggiormente questa categoria, la nostra proposta vedeva l’affiancamento dell’adolescente alle figure di mentor preventivamente individuate dagli istituti scolastici, in modo tale che lo scambio formativo effettuato nei locali scolastici possa essere replicato dagli stessi adolescenti all’interno del proprio nucleo familiare, qualora in esso siano presenti fratelli o sorelle di età inferiore, costituendo ulteriormente un potenziale tramite per la comunicazione tra genitori e figli più piccoli.

Nonostante le buone idee da noi proposte agli istituti scolastici con cui siamo stati in contatto, i tempi brevissimi per la presentazione del piano di prevenzione al Ministero non ci hanno permesso di elaborare al meglio la nostra strategia operativa. Rimaniamo comunque fiduciosi che un’iniziativa di questo tipo possa veramente produrre ottimi risultati riguardo alla prevenzione della problematica silenziosa e spesso inosservata del cyberbullismo.

Cyberbullismo: preveniamolo insieme
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